Tarchetti e l’edera

blogdecorodueAnche se non pubblichiamo poesia, non vuol dire che non l’amiamo – come avrà notato chi ha letto nel nostro primo ebook l’introduzione alla collana dedicata agli Scapigliati. In certi casi, poi, sappiamo che la valenza di un testo in versi può essere molteplice: non solo piacevole o illuminante, ma spesso anche d’aiuto per introdurre la visione del mondo di chi l’ha scritto. Nel caso che vi presentiamo ora non serve solo a inquadrare il suo autore, ma un po’ anche noi: parliamo infatti di Iginio Ugo Tarchetti e della sua passione per la pianta di edera, che anche noi abbiamo scelto come fonte di ispirazione per il nome della casa editrice.
Si tratta della prima poesia di Disjecta, raccolta postuma apparsa nel 1879 a cura di Domenico Milelli, intitolata, come potete immaginare, L’ellera.

L’ELLERA

Virtú d’eterno amore
Nell’ellera si asconde,
Mai per mutar di verni
Muta color di fronde:
Al freddo sasso avvinti
Gli steli innamorati,
Seco nei desiati
Amplessi si confonde:
Virtú d’eterno amore
Nell’ellera si asconde.
Virtú d’amore eterna
È nel mio cor celata,
Né muta per inganni
L’anima innamorata:
Al freddo amor degli uomini
Di caldo amor sospira,
Né si stanca o s’adira
Di lor freddezza ingrata:
Virtú d’amore eterna
È nel mio cor celata.

Iginio Ugo Tarchetti, Disjecta, 1879

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