Come ormai nostra abitudine, ospitiamo molto volentieri un post di Gabriele Alberto Quadri, l’autore del romanzo in ebook Un amore bislacco, a proposito del suo lavoro.
Viviamo in un’epoca che ha velocizzato quasi tutto, cultura e sottocultura di massa non escluse. Di conseguenza, le forme artistiche tradizionali hanno subito una profonda crisi alla quale non dovremmo restare indifferenti. Le informazioni che riceviamo ci pervengono, infatti, quasi sempre in tempo reale. Tutto o quasi tutto ci viene proposto in modo frammentato, dosato in pillole d’intrattenimento oppure propinato senza lungaggini, digressioni o complicazioni retoriche. A questo stato di cose, la produzione letteraria non può sfuggire, anche perché lo stesso Lettore non è più quello d’un tempo. Se la strutturazione di un romanzo deve più o meno riflettere quella del reale, ecco allora che la trama classica non riesce più a interpretare quella della nostra visione velocizzata delle cose.
Un amore bislacco, nella sua struttura caleidoscopica, tenta di cogliere i variegati aspetti della passione attraverso i frammenti, l’infuocato riflesso dei cocci d’una realtà che continuamente sfugge al gesto di goliardica ribellione del protagonista. La doppiezza della specie umana che ci contraddistingue nel bene e nel male dagli altri primati superiori trova secondo me la sua particolare espressione nella contraddittorietà ossimorica del romanzo. Emma non è altro che lo specchio interiore, l’intima compagna di sofferte solitudini e di urbana alienazione di chi trova ancora giovamento nel gesto scapigliato della scrittura.
Alla fine, sono convinto di non aver dovuto far ricorso agli schematismi euclidei o meglio retorici delle unità aristoteliche e della struttura chiusa per meglio aprirmi a un impegno di opera aperta. La vita, nelle sue manifestazioni personali e private, spero concorderete con me, non ha quasi mai tempi lineari e circoscritti a una semplice logica consequenziale. Quindi a me sembra che con il mio amore bislacco non abbia fatto altro che descrivere i meccanismi della stessa vita, nella sua evoluzione quotidiana, nelle sue contraddizioni e anche nelle sue provocazioni. Nella sua compresenza affettiva di elementi spesso contraddittori ma complementari e vitali. Se vogliamo meglio, si tratta di un mosaico le cui tessere possono anche godere di una loro parziale autonomia, quasi fossero tranches de vie o testimonianze in diretta di un avvenimento interiore.
Così, dall’improbo confronto con il tempo, così come da una certa velocizzazione dell’esperienza, ne vien fuori una sorta di visione cubista dell’oggetto in questione, cioè dell’amore. Sì! Perché tutto sommato si tratta di un romanzo d’amore, in cui Emma svolge la fondamentale e irrinunciabile funzione di Musa ispiratrice. Senza la sua presenza, infatti, crollerebbe tutta l’illusoria impiantistica dello stesso gesto di ribellione e di resistenza dello scrittore.
Quindi un omaggio alla donna e alla doppiezza della condizione umana, alla sua sfuggevole bellezza, alla precarietà del mondo e delle relazioni. Ma anche un tentativo di esperienza creativa e alternativa nello stesso tempo, un confronto sofferto e gratificante, triste e gioioso, rappacificante ed esaltato come è il sentimento e la passione amorosa.
Quando sei disposto a raccogliere il guanto di sfida di un Eros cosmico e profondamente anticonformista, la contesa si rivela indubbiamente dura e all’ultimo sangue, ma quanto gratificante!