La nostra ultima pubblicazione, Fosca, non nasce come romanzo dato alle stampe una volta terminato, ma come romanzo d’appendice e non è un’eccezione per la Scapigliatura. Il feuilleton è stato infatti un genere molto frequentato dagli Scapigliati: in questa forma sono apparsi buona parte dei romanzi del movimento, da quelli di Tarchetti a quelli dell’Arrighi, pubblicati dai molti periodici che allora li sostenevano, come il Pungolo, la Rivista Minima o naturalmente la Cronaca Grigia.
Il feuilleton rispecchia un nuovo approccio alla letteratura e nasce verso la prima metà dell’Ottocento, nel tempo in cui si formano l’editoria e la stampa come ci sono familiari oggi, non più attività di nicchia per pochi eletti, ma vere e proprie industrie culturali. La sua data di nascita è il 1836, quando, citando Wikipedia,
Émile de Girardin fondò il quotidiano La Presse con l’intenzione di creare un giornale a basso costo. Per tenere bassi i costi doveva avere una larga base di lettori e “fidelizzarli” (come si direbbe oggi) al giornale, così ebbe la felice intuizione di sfruttare lo spazio dedicato dagli altri quotidiani alla critica letteraria per pubblicare racconti inediti a puntate. L’idea riscosse subito successo, aumentando il numero di lettori, poi di abbonati al giornale.
In pratica, una forma di marketing ante litteram!
I cambiamenti nella filiera editoriale modificano quindi la modalità con cui i libri vengono fruiti: pubblicati a puntate sulle ultime pagine dei giornali, questi romanzi raggiungono una fetta della popolazione molto più ampia di quella di solito raggiunta dai volumi rilegati, cari e di scarsa reperibilità; il feuilleton, se ben riuscito, fa da traino alle vendite del giornale sul quale è pubblicato, ma se in un primo momento esso è considerato parte della nascente letteratura borghese, si trasforma gradualmente in pura letteratura di consumo, dove sensazionalismo e intrecci torbidi sono usati per incrementare abbonamenti e tirature.
Sono però molti, oltre naturalmente ai nostri Scapigliati, i grandi nomi che si dedicano a questo tipo di letteratura: da Flaubert a Balzac, da Dumas padre a Théophile Gautier, senza dimenticare il più famoso romanzo d’appendice dell’epoca, I misteri di Parigi di Eugène Sue; questi nomi, e le loro opere, sono la garanzia migliore della qualità del feuilleton di quegli anni.
Grandi successi e grandi seguiti, dunque, ma piano piano il feuilleton cambia: le trame diventano schematiche, ripetitive; si comincia a cercare l’effettaccio facile e per invogliare all’acquisto dell’episodio successivo si moltiplicano i colpi di scena, soprattutto all’avvicinarsi delle scadenze degli abbonamenti. Agli inizi del Novecento il romanzo d’appendice si trasforma: da una parte si smarca dai giornali, mantenendo la periodicità con l’uscita in fascicoli e virando sempre più verso il romanzo rosa; dall’altra, approdando sui nuovi media appena questi si diffondono, come la radio prima e la televisione poi, sotto la forma di sceneggiati, telenovelas e simili.
Secondo noi il feuilleton, come forma letteraria, in realtà è ancora diffuso ad oggi, ma lo è in modo quasi trasfigurato: sono i romanzi a essere diventati seriali, con le lunghe saghe e le serie in più volumi che ormai sono immancabili in libreria. A voler essere maligni, forse queste forme dei romanzi d’appendice hanno preso anche i lati peggiori, ma è indubbio che i lettori le apprezzino.
Ma forse è possibile ritornare alle origini e riabilitare il romanzo di appendice, recuperando gli aspetti migliori che ci ha lasciato e cercando di utilizzare i mezzi che la tecnologia ci offre oggi: già altri hanno notato come il web e la blogosfera si prestino particolarmente bene a questa forma d’arte. Ad esempio, sia su Finzioni che su Sul Romanzo sono apparsi in tempi passati due interessanti articoli che vedono i romanzi interattivi e i blog novel naturali eredi del romanzo d’appendice.
Pensando invece agli strumenti del nostro lavoro di editori, riteniamo che sia invece l’ebook a prestarsi perfettamente a far rivivere il feuilleton in tutto il suo splendore: le caratteristiche intrinseche del libro digitale, come il processo di lavorazione snello, la velocità di edizione e di distribuzione, la persistenza della disponibilità dei titoli e la possibilità di vendita a basso costo ne fanno un medium ideale per riscoprire il romanzo d’appendice nella sua migliore accezione. Forme di vendita come gli ebook a puntate o gli abbonamenti all’autore, che altri stanno già testando, sono in effetti a nostro parere il segnale che ci si sta muovendo proprio in questa direzione, e anche noi abbiamo già dei progetti in proposito… Che dire? Restate sintonizzati per scoprirli!