Per quanto impegnati con il lavoro sugli inediti, non possiamo certo fermare la Compagnia Brusca: eccoci dunque alla terza uscita della nostra collana scapigliata.
Questa volta tocca a Emilio Praga e al suo Memorie del Presbiterio: un libro particolare, che in piena tradizione scapigliata ha una storia editoriale complicata. Praga firma infatti alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento un contratto con il Pungolo, rivista che chi ci segue dovrebbe ormai conoscere, per scrivere un romanzo, la gestazione del quale però si rivela presto decisamente complicata. Ripensamenti, aggiunte e cambiamenti in corsa ne fanno un vero e proprio work in progress, e lo stesso Praga, attraverso questo lavoro, sembra voler fare esperimenti con le forme del romanzo, secondo un manifesto che inserisce addirittura nel bel mezzo del libro:
io qui non scrivo un romanzo col suo principio, col suo mezzo, col suo fine, colle sue cause, il suo sviluppo e le sue conseguenze, e tutte le belle cose che si leggono nei trattati di estetica; ma bensì raccolgo impressioni di scene e di fatti, sensazioni di luoghi e di persone in cui mi sono scontrato e che, per un mero effetto del caso convergeranno, se mi si presta attenzione, a far cornice utile se non anche necessaria al soggetto doloroso che è la ragione di essere di questo studio.
Il compito però si rivela troppo lungo, e gli anni passano senza che il libro raggiunga la fine: a complicare ulteriormente le cose, il giovane autore muore alla fine del 1875. L’editore del Pungolo si ritrova così tra le mani un manoscritto geniale, ma totalmente inutilizzabile, e allora decide di affidarlo a un giornalista amico di Praga, Roberto Sacchetti, con il compito di dare un senso compiuto a quel magma incandescente.
Sacchetti, come lui stesso ammette in una nota che precederà la prima edizione in volume del romanzo, costruisce intorno alle immagini di grande lirismo di Praga un intreccio tipicamente da feuilleton, pieno di colpi di scena e situazioni torbide che si sviluppano tra amori violati, figli illegittimi e delitti d’onore: il risultato è gustoso, e tra le pieghe dell’intreccio si ritrova tutto il bello della prosa praghiana, immaginifica ed evocativa.
Noi abbiamo aggiunto i nostri consueti apparati critici, oltre ad una piccola selezione delle poesie dell’autore, che pensiamo siano utili a inquadrare non solo la sua arte, ma anche l’atmosfera e l’ambiente di quegli anni. Quello che è venuto fuori è un ebook di cui siamo orgogliosi, e che consigliamo veramente a tutti!